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Cambogia - Angkor e Koh Rong Samloem
   
 
 
 
 
Cambogia - Angkor e Koh Rong Samloem
Dicembre 2017

Abbiamo trascorso due settimane in Cambogia, spostandoci utilizzando autobus ed imbarcazioni locali. Abbiamo visitato in quattro intensi giorni la splendida città antica di Angkor e poi ci siamo recati sull'isoletta di Koh Rong Samloem, dove ci siamo rilassati.
Angkor è il sito archeologico più importante della Cambogia ed insieme uno dei più entusiasmanti e pittoreschi del sud est asiatico e dell'intero pianeta, tanto che l’Unesco lo ha riconosciuto come patrimonio mondiale dell'umanità nel 1992. Angkor è situato nel nord, vicino al confine con la Thailandia. Il centro abitato più prossimo è quello di Siem Reap, attraversato dal fiume omonimo, vivace ed in continua espansione per far fronte alle sempre più consistenti esigenze turistiche. Noi abbiamo dormito proprio qui, in un bed & breakfast con giardino nella tranquillità dei boschi appena fuori dal centro. La vita notturna impazza nei locali della colorata ed allegra Pub Street, piena di locali, ristoranti, centri massaggi e negozietti di souvenir. A Siem Reap è possibile noleggiare biciclette tradizionali ed elettriche: se volete visitare come noi il sito archeologico in diversi giorni optate per quelle elettriche, potrete visitare molti luoghi senza fare fatica. L'unico accorgimento in questo caso è quello di prevedere una sosta a metà giornata presso uno dei locali che trovate all'interno del sito, per ricaricare adeguatamente le batterie.
Abitata fin dalla lontana preistoria, quest'area ospitò la capitale dell'Impero Khmer nel periodo compreso fra il nono ed il quindicesimo secolo DC. Con un'estensione di 400 km quadrati e una popolazione di diverse centinaia di migliaia di abitanti, Angkor vantava una rete idrica sorprendentemente sviluppata, che permetteva la coltivazione del riso con anche due raccolte nell'arco dell'anno. Il cuore di Angkor ospitava centinaia di templi induisti e buddisti mentre le terre circostanti ospitavano le abitazioni della gente comune, tutte costruite soprattutto in legno e altri materiali deperibili tanto che ne sono sopravvissuti solo pochissimi resti. Il cuore religioso della città invece, era costruita con materiali longevi, che andavano da semplici mattoni di argilla e conchiglie alla più preziosa arenaria, quest'ultima usata specialmente per le sculture interne dei templi, passando da laterite per basamenti e recinzioni e terracotta e ceramica per le tegole. Il tempio più conosciuto è il famoso Angkor Wat, considerato il più vasto edificio religioso del mondo e la cui effigie stilizzata compare nella bandiera cambogiana. E' fra tutti i monumenti quello in assoluto più frequentato e decine di turisti lo percorrono ogni giorno in lungo e in largo. Vi consigliamo naturalmente di visitarlo ma vi sarà difficile riuscire ad immergervi nella magia che altri luoghi di Angkor vi sapranno donare, luoghi forse meno maestosi ma squisitamente perduti in mezzo alla foresta fitta, dove solo piccoli sentierini (anzichè ampie strade asfaltate) vi condurranno e che potrete seguire agevolmente con le vostre bici elettriche. Tutta Angkor è splendida e vale la pena perdersi in essa almeno tre giorni: mura massicce, strade lastricate, ponti, ampi e maestosi portali di ingresso, enormi teste di roccia in stile Bayon, splendidi basso ed altorilievi raffiguranti danzatori ed altre figure delle religioni buddista ed induista: tutto questo e molto altro abbellisce la sorprendente città di Angkor! Preparatevi a scattare centinaia di foto, perdervi fra stretti corridoi semibui che si aprono su luminosi giardini o cortili interni, percorrere rossi porticati dalle tozze e possenti colonne, scoprire il simbolismo antagonista sotto forma di dei e demoni (sereni i primi, guerreschi i secondi) che adornano le pareti, scalare piramidi dai gradini alti mezzo metro per godere di un'incantevole vista sulla piana circostante o sulla foresta, respirare un'aria antica sotto gli enormi visi dei budda che scoprirete emergere all'improvviso dalle fronde degli alberi. E preparatevi ad uno degli spettacoli più incredibili che la natura vi possa donare: l'incredibile unione di architettura e vegetazione grazie a cui Angkor acquisisce il suo fascino più misterioso! L’abbraccio delle radici degli alberi ai muri degli edifici! Sottili e fittissime o grosse e solitarie, le radici aeree dei superbi Ficus Tinctoria Gibbosa si riversano a circondare porte, accarezzare muri, incorniciare finestre, insinuarsi fra le tegole, mordere angoli, fondersi con l'arenaria dando vita a sublimi quadretti unici nel loro genere. Per portare alla luce la città, negli anni sono stati ripuliti i monumenti dalla vegetazione e tuttora quest'immane lavoro prosegue per via dell'esuberante crescita della foresta, ma questi maestosi abbracci il più delle volte non vengono rimossi, non solo per non alterare l’atmosfera romantica che alimentano, ma anche per motivi di stabilità degli stessi edifici. Poichè infatti nel corso dei decenni si è verificata una vera e propria fusione con la roccia, oggi eliminare la pianta significherebbe distruggere il muro, la colonna, la porta, la finestra. Inoltre, la giungla ha un'importantissima funzione: protegge con la sua volta ombrosa queste opere artistiche dal clima tropicale. Molto fotografati sono anche i begli esemplari di Tetrameles Nudiflora, piante che possono raggiungere con i loro tronchi colonnari di color grigio brunastro i 45 metri di altezza. Presenti in gran numero anche esponenti di Dipterocarpus Alatus, sempreverdi sempre con tronco colonnare alto intorno ai 40 metri e con corteccia liscia e grigiastra oppure profondamente fessurata e bruna a seconda della sottospecie. Che siano gli uni oppure gli altri, questi giganti del mondo vegetale vi incanteranno e sentirete prepotente il desiderio di portare via con voi l'immagine sotto forma di fotografia della loro imponente ed artistica presenza. Largo alla fantasia dunque, alla ricerca della migliore inquadratura, preparandosi a pazienti attese nel tentativo di cogliere l'immagine nell'obiettivo priva di turisti!
La storia ci racconta che nel corso del quindicesimo secolo Angkor conobbe un rapido e definitivo declino; le ragioni possono essere state diverse ma ecco alcune delle teorie più accreditate. Lo spostamento del centro politico ed economico del regno khmer nella zona dell'attuale capitale Phnom Penh. L'aumento del commercio marittimo cinese dell'epoca Ming e la necessità di migliori i collegamenti con le zone costiere a seguito dell'importanza assunta dai commerci rispetto all'agricoltura. L'espansione dei thailandesi Ayutthaya, con i quale i Khmer furono in conflitto semi-permanente ma coi quali si erano da tempo stabiliti forti legami economici e culturali, tanto che per quasi due secoli la khmer fu probabilmente la lingua ufficiale comune ad entrambi i regni. E ancora, lo sfruttamento eccessivo del territorio e la diminuita efficienza dell'apparato d'irrigazione con una serie di conseguenze, tra le quali è stata ipotizzata anche la diffusione della malaria. Alcuni interessanti studi stratigrafici eseguiti sui sedimenti dei bacini artificiali e dei fossati di Angkor e sui terreni adibiti a coltivazione hanno ulteriormente avvalorato l'ipotesi del dissesto ecologico. Qualcosa, comunque, ad un certo punto determinò il calo dell'interesse e della disponibilità di manodopera per la costruzione e la manutenzione dei templi: Angkor andò così inesorabilmente incontro ad un rapido declino demografico e politico. In seguito all'abbandono dei suoi abitanti, la grande città e i suoi templi restarono in buona parte nascosti sotto la lussureggiante vegetazione, giacendo in un silenzioso oblìo per alcuni secoli... finchè nella seconda metà del diciannovesimo secolo, esploratori soprattutto francesi ma anche inglesi e statunitensi portarono al grande pubblico il mito della "città perduta nella giungla". Durante la dominazione francese, nel ventesimo secolo, vennero intrapresi innanzitutto lo studio e quindi anche il restauro dei monumenti. Dopo una pausa dovuta alla seconda guerra mondiale ed alla dominazione giapponese, dalla metà degli anni novanta Angkor è oggetto di ricerche eseguite con tecnologie moderne: nel 1994 sono stati raccolti dati a mezzo di strumentazione radar per una mappatura ad alta risoluzione dell'intera regione, ed altre applicazioni laser hanno permesso di evidenziare con una precisione che non era ancora stata raggiunta l'incredibile estensione dei sistemi di gestione idrica. I lavori poi proseguirono fino ai giorni nostri, regalando ad ogni fortunato visitatore la possibilità di vivere un'esperienza unica. E' in assoluto uno dei posti al mondo che preferisco ricordare: ogni angolo, ogni pietra, ogni trave, ogni statua di Angkor muove in me un moto di romantica nostalgia e guardando le foto che ho scattato rivivo ogni istante con forte intensità, ricordando lo stupore, l'incredulità e la gioia che ho provato durante i quattro giorni della nostra visita.
Successivamente ci siamo spostati a sud, sull'isola di Koh Rong Samloem, dove abbiamo alloggiato in un bel bungalow di legno a pochi metri dal mare e con vista sul tramonto. Koh Rong Samloem è una piccola isola, un posto tranquillo dove godere il mare e la cucina locale, che propone un misto di specialità asiatiche ed europee. Un sentiero nella foresta unisce fra loro le due spiagge dell'isola e porta a conoscere un simpatico locale molto hippie situato proprio nel cuore della giungla. Il posto è assai pittoresco e si respira una pacata aria di vacanza infinita. Dopo una bella birretta rinfrescante dondolando sull'altalena, decidiamo di esplorare un po' i dintorni ma quando nugoli di zanzare affamate ci assalgono non appena ci avventuriamo sui sentieri non battuti della foresta, prontamente optiamo per tornare verso la civiltà! Il mare è pulito e cristallino e per fortuna non ci sono locali chiassosi così la nostra permanenza sarà tranquilla proprio come piace a noi! Potete visitare l'Album Fotografico, i Video nella sezione qui sotto.

Cambogia - Angkor e Koh Rong Samloem nel nostro sito
   
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